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La giunta “tecnica”

Come previsto dal combinato disposto della legge e dello statuto comunale nella giornata di ieri è stata presentata al Consiglio ed alla cittadinanza la giunta (in verità, buona parte di essa), la cui connotazione più immediata risiede nell’essere costituita da “professionisti” scelti tutti, insolitamente, al di fuori del nucleo della maggioranza consiliare, giustificando con ciò stesso l’appellativo, magnificante, ma scarsamente concreto, di “giunta tecnica”.

Orbene, scorrendo stamani la lista dei post su facebook, ho notato un certo entusiasmo per la scelta del Sindaco, ovviamente legittima, entusiasmo, tuttavia, che non si curava di offrire al lettore alcuna argomentazione per chiarire affermazioni piuttosto impegnative, della serie “la scelta giusta” o “finalmente cominciamo bene” e così di seguito. Non c’è da stupirsi, né da scandalizzarsi, considerando che il fervore della campagna elettorale è ancora piuttosto vivace, al pari della sacrosanta contentezza per un esito per molti versi addirittura elettrizzante.

Va bene così, ma proviamo per un attimo a fare insieme una riflessione di carattere generale sull’argomento, astraendola dallo specifico cittadino, il che dovrebbe auspicabilmente consentirci una maggiore serenità ed obiettività di giudizio.

Intanto qualche domanda: cosa significa precisamente “giunta tecnica” alla luce di un quadro normativo che ha, per un verso rafforzato le competenze e le autonomie gestionali delle funzioni dirigenziali comunali, per altro attribuito al sindaco la facoltà di scegliere dirigenti all’interno di specifici albi, lasciando in tutta evidenza ai componenti della Giunta ed al Consiglio di supportare il sindaco nell’esercizio squisitamente “politico” di guidare l’azione amministrativa?

A meno che i “tecnici” non siano, per così dire, non semplicemente valenti professionisti, ma precisamente e specificamente “tecnici della politica” (definizione che lascerebbe a chiunque dubbi e perplessità più che legittimi, per non dire irresolubili).

Il ricorso ad una giunta tecnica, tralasciamo il parallelo con il governo tecnico molto più complesso, è, quindi, un’evenienza che si realizza di prassi quando il Sindaco non riesce ad ottenere dalle forze politiche che sostengono la maggioranza indicazioni equilibrate (o, comunque, da lui stesso ritenute equanimi) per ciò che riguarda i componenti della giunta per cui “è costretto” a rivolgersi in prima istanza all’esterno. In pratica ricorre all’ausilio del “time out” (proprio della pallacanestro) sperando che l’allungamento dei tempi possa favorire una composizione delle diverse istanze ed aspirazioni.

Situazioni siffatte, lungi dal configurarsi come ottimali, denunciano una difficoltà oggettiva, ancorché auspicabilmente temporanea, della maggioranza (ripeto, qualsivoglia maggioranza, di qualsivoglia città), per cui non sembra giustificato plaudire ad una soluzione “impropria”, destinata nella migliore delle ipotesi ad esaurirsi in breve tempo per far spazio ad una giunta strutturata con modalità democratiche, che tengano conto correttamente dei consensi delle diverse liste che hanno sostenuto il sindaco eletto.

Tenuto presente che nel nostro sistema politico i cittadini eleggono un sindaco e non un podestà, per cui ha il dovere di amministrare la città con il contributo operativo della sua giunta, che, a sua volta, ha quello di non gravare sul primo cittadino, costringendolo ad estenuanti trattative di riconciliazione.

di Eduardo Quercia

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