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Avella. Anfiteatro d’Argento 2020, noterelle a margine: il Pianeta non ha bisogno dell’umanità e … la politica degli ideologismi

Il Pianeta non ha bisogno dell’umanità. E’  vero, però, che   l’umanità per la sua continuità esistenziale ha bisogno del Pianeta che, di suo – tranquillamente e  senza cambiare ritmo neanche di un infinitesimo di nano istante- può continuare a viaggiare, acquattato come meglio gli aggrada  all’interno della Galassia della Via Lattea che gli fa da matrice, nel cosmo affollato dalle traiettorie di tante altre Galassie; un viaggio che il Pianeta può continuare a fare  normalmente anche senza l’ umanità, diventata ospite sregolata, fastidiosa e prepotente nella versione che pare replicare e rinnovare il destino dei portentosi e giganteschi Dinosauri che si estinsero  in massa alcune decine di milioni di anni fa. Non per scelta diretta, come si dice nelle ipotesi scientifiche …. 

Fuor di comoda celia,  la permanenza esistenziale sul Pianeta,è davvero una condizione che si rivela sempre più fortemente esposta a pesanti ed insidiose criticità per effetto dei pervasivi ed incalzanti cambiamenti climatici in atto, innescati e generati proprio dall’uomo e dalle sue molteplici attività industriali, post- industriali e super-tecnologiche, in combinazione con lo sfruttamento crescente e intensivo delle risorse del Pianeta, come se fossero illimitate. E’ l’ impronta della popolazione mondiale ormai estesa sotto tutte le latitudini, quasi coprendo capillarmente con le sue città e insediamenti multipolari l’intera superficie terrestre, su cui si muovono e rincorrono sette miliardi e mezzo di abitanti, che sono, direttamente e indirettamente, tutti presi dalla comune  frenesia di consumatori, produttori e … inquinatori; una massa che appena un secolo fa non superava la soglia dei tre miliardi di abitanti.      

     E’ il senso che suscita ed alimenta la riflessione tracciata dal generale dell’Arma dei carabinieri, Sergio Costa, già ministro per l’ambiente nei governi Conte1 e Conte2, nel richiamare l’appello in web ai giovani di tutto il mondo, lanciato con larga risonanza  lo scorso novembre dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guitierres; riflessione stimolante e significativa,che ha fatto da filo conduttore della manifestazione -condotta con ritmi snelli e fraseggi di presentazione puntuali da Barbara Ciarcia e Nello Fontanella, giornalisti de “Il Mattino”- per la consegna degli artistici testimonial premiali di Anfiteatro d’Argento 2020 alle piccole e medie imprese che sui territori della Campania onorano lavoro,produttività, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale,operando non solo sui mercati regionali, ma anche nazionali e internazionali. 

            Cambiamenti climatici e desertificazioni, sfide da affrontare

In parallelo con gli squarci aperti sulle problematiche poste dai cambiamenti climatici, la riflessione dell’ex-ministro dell’ambiente si apriva sul fenomeno delle desertificazioni in espansione in tante aree del Pianeta e soprattutto  dei contesti africani del Sahara e Subsahariani. Una correlazione che colloca i cambiamenti climatici invasivi del Mondo sviluppato e le desertificazioni avanzanti, in rapporto di causa ed effetto; una correlazione,che, nello stesso tempo, si salda con la consapevolezza, secondo la quale gli aridi scenari delle desertificazioni in atto  rappresentano e costituiscono l’ annuncio di futuro possibile e probabile dello stato di non vita per l’umanità sul Pianeta

E’ l’annuncio di futuro prossimo – vien da ricordare- su cui nel 1972 polarizzò  l’attenzione più avvertita ed evoluta della pubblica opinione internazionale, il Club di Roma, fondato nel 1968 da Aurelio Peccei e formato da 30 tra scienziati, economisti e industriali che rappresentavano l’élite della cultura e dell’imprenditoria mondiale del tempo; attenzione catalizzata dalla pubblicazione del Rapporto sui limiti dello sviluppo, edito da Mondadori per le sezioni scientifiche e tecniche, e realizzato dagli scienziati e ricercatori del Massachusetts Institute of tecnology. Un documento di immutata attualità,tanto da costituire con le sue coordinate in econometria, prospetti di analisi di micro e macro-economia nella ricognizione delle risorse del Pianeta, uno degli strumenti che fa testo e guida sulle ragioni che impongono l’importanza l’osservanza piena dell’equazione tra sostenibilità ecoambientale e l’utilizzo delle risorse del Pianeta che sono finite e limitate.  

Le ragioni della politica per la vita dell’umanità sul Pianeta, in realtà, si dispiegano nei percorsi che si vengono compiendo, a livello di cooperazione internazionale per impulso dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui sono testimonianza attiva le Conferenze delle parti, come per la Cop 26 e la Cop 15, all’insegna degli impegni assunti dai governi nazionali, dalle città e da tutti gli ambiti amministrativi dei territori degli Stati  impegnati nelle politiche di coesione dell’Onu. Una scelta di campo, per approdare alla decarbonizzazione e alla transizione verso l’economy green diffuse entro il 2050 sull’intero Pianeta. E il decennio appena aperto è di fondamentale rilievo, nell’attuazione degli obiettivi-gol di Agenda30, quale viatico per la piena e concreta attuazione degli obiettivi di Cop 26 e Cop 15. E’ la scelta di campo- evidenziava Sergio Costa– su cui l’ Italia, facendo proprie e in pieno le politiche dell’ Unione europea  si colloca in prima linea, con lo sguardo rivolto all’Africa e alla risoluzione dei problemi da cui è travagliata con attive politiche di solidarietà internazionale.

Di sicuro interesse, le riflessioni che l’ex-ministro prospettava sulla metodologia dell’azione politica,che sia in grado di interloquire al meglio possibile con  cittadine e cittadini, parlando alla loro mente e ai loro sentimenti comuni; è l’ azione politica che guarda alla soluzione dei problemi in generale e specifici, noncontro a priori, ma proqualcosa con spirito costruttivo, senza gli ideologismi e i loro schemi che appartengono al passato, quando neanche si immaginava la comunicazione in chiave-Internet o l’ Intelligenza artificiale degli algoritmi; un passato, ormai ossificato dalla storia, senza più il vigore degli ideali e gli slanci della passione civile autentica, con tante concessioni alla nostalgia e alle sue mille sfumature. 

E’ la prospettiva della politica del fare, quella in cui si ritrova  Sergio Costa, che in tre anni di esercizio delle funzioni di ministro dell’ambiente, ha avuto modo di rapportarsi con consessi governativi di vari Stati e in Istituzioni internazionali. Un campo di esperienze, su cui s’innesta il forte profilo istituzionale dell’uomo di Stato, quale generale dell’Arma dei carabinieri. E la sua presenza è valsa a dare un taglio culturale e sociale di spiccata valenza civile ad Anfiteatro d’Argento,  coniugandosi in piena coerenza con i valori del lavoro e dell’innovazione tecnologica, espressi dalle imprese premiate per l’edizione 2020 dell’evento, unico nel suo genere. Un segnale incoraggiante e di volontà di ripresa per il dopo pandemia, che arriva da Avella, veicolato da imprese tutte a conduzione familiare, con protagonisti giovani imprenditrici e imprenditori, con aziende e laboratori operanti per lo più nei territori delle piccole e sane provincie della Campania.

di Geo

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Un pensiero su “Avella. Anfiteatro d’Argento 2020, noterelle a margine: il Pianeta non ha bisogno dell’umanità e … la politica degli ideologismi

  1. Andrea de stefano in ha detto:

    Come ho più volte detto, il vero problema di oggi e del futuro, è rappresentato dalla sovrapopolazione.
    Oltre 7 miliardi di individui (senza contare i loro cani, gatti, pappagalli ed altri) che sfruttano insensatamente le risorse del pianeta: respirano, bevono, mangiano, urinano, defecano, in altri termini, inquinano senza sosta.
    Fino a quando questo pianeta ci sopportera’?
    Non c’è soluzione se non quella di diminuire la popolazione!

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