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NOLA. LA SCUOLA E LA CULTURA DELLA SOLIDARIETA’: IL GENOCIDIO DEGLI EBREI, TRAGEDIA DEL ‘900. LA CONOSCENZA CHE DIVENTA COSCIENZA E MEMORIA

(Dal Diario di Alessandro Troiano, del Masullo Theti)

Una frattura nella storia della civiltà.

Così viene definito da molti studiosi il genocidio degli Ebrei d’Europa che si consumò dal 1941 al 1945, perpetrato dalla Germania nazista con la complicità e nellindifferenza pressoché totale dellEuropa. Un genocidio mosso dall’odio, un sentimento che ancora oggi dilaga incontrastato nella nostra società. E’ il percorso, su cui si sono articolate le riflessioni sul Giorno della memoria 2024.

  Martedì 23 gennaio  noi alunni delle classi IV A bio e VV A afm dell’Istituto statale d’Istruzione superiore MasulloTheti di Nola, ci siamo recati presso l’Isis LeoneNobile,accompagnati dalle prof.sse Susy Barone e Titti Falco, per partecipare alla celebrazione del Giorno della Memoria, che ricorre ogni 27 gennaio e in cui si ricordano le vittime della Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite

L’evento ha visto la partecipazione, oltre che del nostro Istituto, anche delle altre scuole del territorio nolano: l’ISIS Albertini, il Liceo classico Carducci e l’ISIS Leone-Nobile ed è stato realizzato grazie alla sinergia di alcuni docenti delle quattro scuole, i proff. Luigi Renzi, Elena Falco, Susy Barone, Titti Falco, Lucia Napolitano, in collaborazione con don Virgilio Marone e l’ Ufficio scolastico della Diocesi di Nola.

Erano presenti, inoltre, l’avvocato Angelo Moretti, attivista e progettista sociale, impegnato in azioni di pace in Ucraina e sul fronte dell’accoglienza e dell’inclusione. Con lui anche Mario De Simone, testimone di seconda generazione, fratello del piccolo Sergio De Simone, un bambino napoletano di 7 anni che, durante la Shoah, fu vittima dei terribili esperimenti perpetrati sui bambini dai medici nazisti all’interno dei lager.

  L’evento si è aperto sulle note della suggestiva melodia di “Shindler’s List” di John Williams, suonata dagli alunni dell’ISIS Albertini, diretti dal professore Aldo Pascali, per poi proseguire con la proiezione di un video a cura degli alunni del Liceo Carducci che ha dato voce al dolore di chi è stato assassinato ad Auschwitz e di chi invece ha dovuto fare i conti col senso di colpa per essere sopravvissuto. 

  L’intervento introduttivo è stato della prof.ssa Titti Falco, che ha fatto anche da coordinatrice dell’incontro, e che ha sottolineato come la Shoah sia un unicum nella storia dell’umanità, un buco nero ancora aperto, un terribile incubo dal quale non ci siamo risvegliati. 

  A seguire abbiamo ascoltato la storia del piccolo Sergio dalla voce di suo fratello Mario: il bambino fu arrestato a Fiume, tradito da un delatore, insieme a tutta la sua famiglia e alle due cuginette Andra e Tatiana Bucci. Dopo essere stati deportati nella Risiera di San Sabba furono trasferiti ad Aushwitz dove la nonna e la zia di Sergio furono subito destinate alle camere a gas, mentre lui e le sue cuginette scelti per essere sottoposti ad esperimenti e portati nel kinderblock . Era il novembre 1944 quando Mengele scelse 20 bambini da trasferire al campo di Neungamme ad Amburgo, dove un suo collega, il dott. Heissmeyer, conduceva esperimenti per la ricerca di un vaccino contro la tubercolosi. Tra quei venti bambini c’era anche Sergio.

A partire dal 9 gennaio 1945 il dott. Hessemeyer li utilizzò come cavie, iniettando loro bacilli tubercolotici vivi nelle ghiandole linfatiche e nei polmoni. Mentre i bambini pativano atroci sofferenze, in prossimità della fine della guerra, i nazisti decisero di far sparire ogni prova e il 20 aprile del 1945, i venti bambini vennero portati nella scuola di Bullenhuser Damm e condotti nello scantinato dove furono impiccati insieme a quattro detenuti adulti. 

  Un anno dopo, nel 1946, si aprirà un processo contro i responsabili dell’assassinio e, durante l’interrogatorio, Johann Frahm, uno dei carnefici, dichiarò “di aver appeso i bambini a un gancio come quadri alla parete”.

  La terribile storia di Sergio e degli altri 19 bambini venne portata alla luce dal giornalista Gunther Schwarberg e oggi nello scantinato della scuola di Bullenhuser Damm sorge un Museo della memoria tra i più importanti in Europa.

  La crudeltà della storia di Sergio è arrivata a noi studenti grazie alle parole di dolore del fratello Mario il quale, durante il triste racconto, ha mostrato le foto della vita di Sergio e della sua famiglia, documenti di vita risalenti a settimane se non giorni prima della terribile deportazione. Anche attraverso questi documenti, noi studenti siamo riusciti a comprendere maggiormente non solo l’atrocità del genocidio ebraico, ma anche ad immedesimarci nelle vite e nelle storie di dolore vissute da Sergio e dalla sua famiglia. Mario De Simone ha sottolineato come noi giovani, quando i testimoni non ci saranno più, dovremo essere sentinelle e custodi di questa memoria così preziosa.

  A seguire, don Mimmo Iervolino ha proposto un intermezzo musicale “Mai più la notte”, un testo scritto e interpretato da lui per il Giorno della memoria. 

Molto interessante anche l’intervento di Angelo Moretti che, facendo una riflessione sulle tragedie di oggi, ha fatto riferimento alle terribili situazioni di guerra che attualmente imperversano nel nostro pianeta: la guerra russo-ucraina, il conflitto israelo-palestinese e altre guerre di cui ormai la stampa non parla neppure più. L’avvocato ha voluto sottolineare l’importanza del ruolo della scuola, come laboratorio di pacificazione da cui partire per contrastare forme di odio come l’antisemitismo, il razzismo, l’omofobia e la violenza di genere. 

Anche la prof.ssa Titti Falco, nel suo intervento, ha sottolineato il ruolo fondamentale della Scuola nel contrastare le forme di odio: “gli studenti devono imparare a pensare– ha detto – ad andare alla radice delle cose. Solo così la conoscenza diventa coscienza”.

  Il Giorno della Memoria non deve essere soltanto il 27 gennaio, bensì deve esserlo ogni giorno della nostra vita, perché solamente così riusciremo a non dimenticare, riusciremo a tenere vivo il ricordo di quanto accaduto per non commettere più gli stessi errori. 

  La commemorazione si è poi conclusa sulle note di “La vita è bella” di Nicola Piovani, proposta dall’ Ensemble di fiati dellISIS Albertini.

Alessandro Troiano IV A bio I.S. “Masullo-Theti”

La Shoah e le commemorazioni

Il 27 gennaio del 1945 l’esercito sovietico giunse al campo di sterminio nazista di Aushwitz , in Polonia, e ne abbatté i cancelli. Dal 2000 una legge italiana riconosce il 27 gennaio come Giorno della Memoria e prevede che vengano organizzate iniziative per ricordare la deportazione degli ebrei e degli altri prigionieri nei lager tedeschi.

Nel 2005, il Giorno della Memoria è stato istituito anche a livello internazionale con una risoluzione dell’Assemblea generale dellOrganizzazione Nazioni Unite.

Nel 2008, il Parlamento europeo di Strasburgo ha votato la risoluzione, con cui ha invitato i Paesi dellUnione europea a celebrare il 23 agosto, data del patto di non-aggressione, sottoscritto nel 1939 dalla Germania nazista e dalla Russia sovietizzata, che contemplava la spartizione territoriale di Romania, Polonia, Lituania, Estonia e Finlandia nelle rispettive orbite di dominazione sociale e politica. E’ la risoluzione che ha istituito nel 2009, la Giornata di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari. Un atto che si colloca nello scenario degli anni a cavallo della fine del XX e agli inizi del XXI secolo, che segnano la graduale dissoluzione del sistema dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, con il simbolico  crollo del Muro di Berlino, nel 1989

  Nel documento istitutivo, si legge. “ Le deportazioni di massa, omicidi e schiavitù commessi nel contesto degli atti di aggressione da parte dello stalinismo e del nazismo rientrano nella categoria dei crimini di guerra e dei crimini contro lumanità. Secondo il diritto internazionale le limitazioni statutarie non si applicano ai crimini di guerra e ai crimini contro lumanità”. 

In Israele, si celebra il Giorno della Shoah e dellEroismo, che ricorda l’insurrezione del ghetto di Varsavia e tutte le altre rivolte degli ebrei contro i nazisti. E’ data fissa- 27 gennaio, nel calendario ebraico-, ma variabile tra aprile e maggio, nel calendario gregoriano.

di Geo

Shoah, gli Amici del Marciapiede di Nola nel “Giorno della Memoria”: “Ancora oggi occorre più tolleranza, comprensione e pace”

L’Associazione Nazionale Amici del Marciapiede nel “Giorno della Memoria”, nato per commemorare uno degli episodi più oscuri e dolorosi del passato la “Shoah”, partecipa al suo ricordo onorandone le vittime e con l’augurio di un futuro basato sulla tolleranza, sulla comprensione e sulla pace.

La Shoah rappresenta, infatti, una ferita profonda nella storia dell’umanità, che vide milioni di persone vittime di barbarie senza precedenti a causa della loro fede, del loro patrimonio culturale e delle loro convinzioni politiche.

Ancora oggi, a distanza di tanti anni e nonostante la continua testimonianza di quel momento così drammatico, continuiamo ad assistere ad episodi di antisemitismo, di razzismo e di varie forme di discriminazioni.

L’importanza della sua rievocazione è data, pertanto, dalla necessità di tramandarla alle future generazioni, affinché sia da monito a dotarsi di strumenti utili a riconoscere l’ingiustizia, a resistere all’odio ed a costruire un mondo in cui venga apprezzata e soprattutto rispettata qualunque diversità.

di Avv. Raimondo Giudice
Presidente Ass. Naz. Amici del Marciapiede – Nola

Una chiesa di Enna ricorda San Paolino

Non si sa da quando una chiesa di Enna sia stata intitolata a San Paolino di Nola. Si pensa giustamente ad un’importazione devozionale nel Medioevo dalla vicina Sutera, dove sorge il più famoso santuario paoliniano della Sicilia. Come abbiamo riferito nella monografia “San Paolino di Nola in Sicilia” (2004), integrata da  nuove   segnalazioni locative  pubblicate su periodici locali, le numerose intitolazioni di chiese e cappelle sicule al Santo Nolano si devono certamente al fatto che è ritenuto il protettore degli operatori agricoli e dei giardinieri,  che erano numerosissimi nelle ubertose contrade ennesi, prima della massiccia urbanizzazione verificatasi da quando nel 1926 la città fu elevata a provincia, cosa che portò ad inglobare moltissime zone agricole.

Fin dal 1550 era presente ad Enna anche un cenobio di cappuccini, ubicato in un luogo malsano e  molto lontano dal centro storico. Nel il 1587 o nel 1614i frati si trasferirono presso il “templum S. Paulini”,  e dedicarono il loro cenobio a Santa Maria degli Angeli, detto anche Santa Maria delle Grazie,  ma per gli abitanti e gli autori di storia locale la chiesa, pur essendo annessa al convento francescano, continuò a rimanere “sub titolo Divi Paulini.  Il convento  con il passar degli anni non fu più frequentato in seguito alle cosiddette leggi eversive del 1866 – 1867, che interessarono gli enti ecclesiastici decretandone per molti la chiusura e l’incameramento dei beni mobili  ed immobili,  consistenti in proprietà rustiche ed urbane. La chiesa, con allegato convento dei Cappuccini, è stata negli ultimi 30 anni abbandonata a se stessa. Anche il convento, nei primi anni del Novecento adibito ad Ospizio, fu in seguito abbandonato   per fatiscenza, ed è stato in anni recenti sottoposto a restauro, non seguito però da adeguato utilizzo, da parte del Comune di Enna che ne è proprietario. Da  qualche mese la chiesa è stata affidata ad un sacerdote ortodosso per la pastorale della comunità rumena e quindi riattivata ed aperta al pubblico. 

L’impianto ecclesiale non conserva purtroppo alcuna immagine di san Paolino, ma si ha notizia nella storia manoscritta del settecentesco cappuccino padre Giovanni che vi si vedeva la cappella con il quadro del  Santo. Probabilmente fu chiamata cappella un’edicola, attualmente con nicchia vuota, riccamente incorniciata con decorazioni di stucco, rimasta anonima per gli studiosi locali che ci hanno fornito le notizie storiche (Rocco Lombardo – Federico Emma). L’edicola è fiancheggiata da due angeli: quello a sinistra  regge  un fiore di giglio, l’altro a destra sostiene un gancio di ferro come quello della stadere. Abbiamo notificato ai due studiosi ennesi citati che  i due particolari sono   realmente collegabili all’iconografia del Santo. Il giglio, a nostro avviso, sta certamente  a ricordare la venerazione dei Siciliani per san Paolino che lo considerano il protettore  dei   giardinieri. Al gancio  sorretto dal secondo angelo potrebbe essere stata appesa una catena, come quella raffigurata nella statua del Santo nell’isola Tiberina a Roma, dato che fu detenuto dei barbari (Goti) ed è per questo considerato tutelare di schiavi e prigionieri. Ma poteva trattarsi anche di  una campanella, perchè   è  ritenuto altresì il promotore della costruzione dei campanili con l’utilizzo delle campane  per richiamare  i fedeli.

di Antonio Fusco

Eccidio di Nola, gli Amici del Marciapiede depongono corona d’alloro

Un ricordo cancellato dalla mente dei nolani nonostante la commemorazione dell’evento degli ufficiali trucidati dai tedeschi nazisti in Piazza d’Armi. Le immagini degli aerei che colpiscono le torri Gemelle restano impresse nelle menti dei più vecchi, ma altri 11 settembre come il golpe di Pinochet contro il presidente Allende in Cile, a Napoli con Pimentel Fonseca ed a Nola con la prima rappresaglia tedesca nazista che vide la morte incolpevole di 11 ufficiali italiani in Piazza d’Armi davanti alla Caserma Cesare Battisti. L’altro ieri con la commemorazione in ricordo dell’Eccidio di Nola sono tornati i guelfi e ghibellini e l’inno nazionale suonato e cantato a voce bassa dai presenti ha cancellato dalla mente di colpo l’amore patrio del passato e le pietre di incampo impresse solo un momento che nulla aveva a che vedere con lo sforzo fatto dall’Associazione Nazionale Amici del Marciapiede per riportare alla mente dei nolani lo schiaffo subito. Un colpo al cuore di Ugo Tebaldini che lanciò dalla stanza di Indro Montanelli nei confronti di una strage dimenticata dai nolani e dall’intera Italia. Un appello che si è voluto cancellare nonostante la presenza dell’Associazione Nazionale Amici del Marciapiede che non si è sottratta ad offrire la corona d’alloro a quelle vittime innocenti.

Nola: al Teatro Umberto va in scena “L’Eccidio di Nola” a conclusione delle celebrazioni per l’80° Anniversario

Nola – Al Teatro Umberto va in scena “L’Eccidio di Nola” a conclusione delle celebrazioni per l’80° Anniversario. Un Evento fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Nola, nella persona del Sindaco Carlo Buonauro. per non dimenticare, dopo ottant’anni quella che è passata alla storia come la prima strage nazista in Italia. La drammatizzazione andrà in scena lunedì 11 settembre 2023, al teatro Umberto di Nola, alle ore 19.30, per una serata di memoria e di emozioni. L’evento è scritto e diretto da Gaetano Stella e nasce da un’idea di Antonio Grilletto.

Dopo lo sbarco di Salerno del 9 settembre del 1943, l’armata di Kesselring decise di convogliare tutte le forze disponibili verso la città di Nola, in modo da organizzare al meglio la difesa. Il 10 settembre due tedeschi alla guida di una motocicletta tentarono di disarmare i soldati italiani e al loro rifiuto decisero di aprire il fuoco. I soldati italiani risposero al fuoco e uno dei due tedeschi venne ucciso, mentre l’altro venne catturato. Subito dopo i soldati italiani decisero di inviare una delegazione, nonostante i militari italiani fossero disarmati e sventolassero il vessillo bianco, i tedeschi aprirono il fuoco contro di loro. Uno dei militari italiani, Aldo Carelli, rimase ucciso. Il giorno dopo la divisione corazzata “Hermann Göring” giunse nella piazza antistante la caserma Principe Amedeo e, nonostante la strenua e coraggiosa resistenza degli italiani, disarmarono le truppe. Successivamente fecero uscire fuori tutti i soldati di stanza e fucilarono sommariamente 10 ufficiali: Colonnello Amedeo Ruberto, Colonnello Michele De Pasqua, Capitano Roberto Berninzone, Capitano Mario De Manuele, Capitano Luigi Sidoli, Tenente Enrico Forzati, Tenente Alberto Pesce, Tenente Pietro Nizzi, Tenente Benedetto Consolato ed il Sottotenente Gino Jacovone.
La MacroStoria: l’armistizio, lo sbarco degli alleati a Salerno (Operazione Avalanche), fa da sfondo alla MicroStoria: L’Eccidio di Nola, che Gaetano Stella racconta con la stessa accorata e appassionata partecipazione, nasce da un’idea di Antonio Grilletto. Le bellissime immagini, dell’Istituto Luce, sono la colonna portante del racconto con una drammaturgia storicamente corretta. Non mancano le contaminazioni che servono ad irrobustire i momenti emozionali dello spettacolo. Attori professionisti di provata esperienza, i danzatori della compagnia di Danza Musical, cantanti con musiche di repertorio ed originali, coreografie, costumi, oggettistica, elementi scenografici e un imponente service audio-luci-video completano una messa in scena di grande professionalità. Un momento di grande emozione nella Drammatizzazione, sarà la storia del tenente Enrico Forzati, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: «Per rappresaglia alla reazione opposta dai militari del reparto cui apparteneva, affiancati da elementi civili, contro la proditoria aggressione di truppe tedesche alla caserma, veniva messo in riga con tutti gli altri ufficiali per una spietata decimazione. Visto un collega al suo fianco che si avviava al sacrificio, mosso da impulso di sublime generosità, si faceva prontamente avanti dicendo ad alta voce: «Sono stato chiamato io». Cadeva così fieramente sotto il fuoco del plotone di esecuzione, dando luminoso esempio di stoica abnegazione, di fulgido cameratismo e di eccelso amore di Patria».
Nola (Napoli), 11 settembre 1943.

Scrittori e docenti universitari per spiegare la carta costituzionale ai ragazzi delle Scuole

È promosso da CGIL Campania ANPI, Libera, Istituto Campano per la storia della resistenza, Arci Lega Ambiente e la rivista Infiniti Mondi curata da Gianfranco Nappi per insegnare la costituzione. Una iniziativa di riflessione sulla costituzione, la famosa carta costituzionale dei nostri 46 parlamentari tra cui il nolano La Rocca. Il progetto prevede 200 scuole della Campania per l’architrave che regge il nostro patto Sociale. A sostenere l’iniziativa costituzionalisti, produttori cinematografici, scrittori, saggisti, docenti universitari. La costituzione molto spesso non è conosciuta dai nostri politici locali e non solo eppure rappresenta una legge fondamentale della nostra Repubblica nata dalla resistenza ma sono tanti che non la conoscono pur essendo impegnati in realtà locali.

“O’ MARE A NOLA”

Siamo ben lieti di comunicare ai nostri lettori  ed amanti della Festa di San Paolino che è disponibile sulle Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia  il nuovo contributo scientifico “S’arricorda o’ mare a Nola” (Na), l’approdo di San Paolino dall’Africa su un porto campano (V secolo d.C.): un’ipotesi di idraulica antica nel mito della processione dei Gigli”, curato da Gianfranco CACCAVALE e Antonio NAPOLITANO nell’ambito del II Ciclo delle Giornate di Geologia e Storia organizzate da ISPRA-SIGEASocietà Geografica Italiana e svoltesi da dicembre 2021 a dicembre 2022.

L’episodio collegato alla calorosa accoglienza tributata dai Nolani al proprio Vescovo Paolino, di ritorno dalla volontaria schiavitù in terra barbara, un elemento narrativo su cui si basa l’antica “Danza dei Gigli” riconosce da tempo, soprattutto in ambito locale, titubanze sul vero approdo storico (Oplonti, Pompei) o, se esso leggendario, in quale significato mitico possa inquadrarsi la vicenda. 

Partendo dall’analisi del noto detto popolare, di nuove =O’ cartografie e documenti d’archivio, rinvenimenti antropici, si propina l’esistenza di canali navigabili collegati al Fiume Sarno e, posto a settentrione della foce, l’insistenza di un porto-canale di pertinenza della Città di Nola.

Ancora una volta, storia e leggenda della Nostra Festa Eterna convivono insieme ed incuriosiscono anche le Scienze…….., da pag. 81 a pag. 94, ricordando il Dott. Pacifico Dubbioso ed il Prof. Pasquale Acierno.

Altro contributo su specifiche problematiche nolane si ritrova tra le pagine 95 e 112

Per la lettura dell’articolo “O’  Mare a Nola” scaricare l’allegato in formato pdf

“Pubblicazione S’arricorda o’mare a Nola Atti di Roma”                             

Per scaricare il volume 110 

https://www.isprambiente.gov.it/public_files/geologia_storia_II.pdf 

La normalità e il coraggio, la storia di Francesco Vecchione al Museo di Nola

Nuovo appuntamento con le iniziative dell’Università delle Tre Età a Nola giovedì 16 marzo alle ore 17 presso il Museo Storico Archeologico per la presentazione di “Francesco Vecchione: la normalità e il coraggio”.

Con gli autori del volume, il docente Carmine Piscitelli e la storica Giulia Dodi, saranno presenti il sindaco di Nola, Carlo Buonauro, il direttore del Museo Storico Archeologico, Giacomo Franzese, il direttore editoriale di Infiniti Mondi, Gianfranco Nappi. Introduce e modera il dibattito Gennaro Napolitano, in rappresentanza di UNITRE Nola.
L’incredibile storia di Vecchione è quella di un eroe silenzioso, nato a San Paolo Belsito nel 1904, che da capo di gabinetto della Questura di Modena durante la seconda guerra mondiale salvò numerosi ebrei dalle persecuzioni nazifasciste, favorendo la fuga di molte famiglie ed evitando a molti di loro l’arresto e la deportazione.
Sono diverse, infatti, le testimonianze che raccontano la vicinanza e l’aiuto concreto che Vecchione diede agli ebrei modenesi dal 1938 in poi, soprattutto durante i mesi della Repubblica sociale italiana, quando, grazie al suo ruolo, riuscì a evitare la deportazione e a sostenere la fuga delle famiglie perseguitate, mettendo a rischio la sua stessa vita. Vecchione fu inserito nella lista delle persone da fucilare della federazione fascista, perché sospettato di agire contro il potere repubblichino: fu lui stesso a intervenire per consentire la fuga di alcuni ebrei stranieri in domicilio coatto e a rilasciare i civili arrestati a Monchio nel marzo 1944, dopo la strage effettuata da nazisti tedeschi e fascisti italiani.
Non a caso, poche settimane fa, in occasione del Giorno della Memoria, gli è stata conferita la cittadinanza onoraria postuma dal Consiglio comunale di Modena.
Per Vecchione, inoltre, è stato da tempo avviato il percorso per il riconoscimento di “Giusto tra le Nazioni”, prestigioso titolo conferito dallo Stato di Israele a non ebrei sulla base di documenti e testimonianze che possano avvalorare il coraggio e il rischio che i salvatori hanno affrontato per salvare gli ebrei dallo sterminio della Shoah.

A Nola un percorso tra arte, musica e leggende, al passo dei Magi

Domani 28 dicembre, alle 19, a Nola, dalla Chiesa del Collegio, nell’omonima piazza, prenderà il via «Al passo dei Magi», percorso tra arte, musica e leggende promosso dal Museo diocesano e dall’Associazione Meridies. 

I partecipanti verranno invitati a compiere un viaggio sulle orme dei sapienti d’Oriente che, dopo una sosta presso la chiesa di San Biagio, in piazza Giordano Bruno, li condurrà al Museo diocesano, presso il palazzo vescovile di Nola, per scoprire, attraverso la contemplazione delle bellezze diocesane, il filo rosso che lega il mistero della Morte e Risurrezione del Signore al mistero della sua Incarnazione.

«La tradizione vuole che i Magi giunti ad adorare il Salvatore fossero tre, ma i Vangeli non fanno riferimento al loro numero. Tutti possiamo essere uno dei magi, perché ogni uomo e donna è invitato a camminare verso la salvezza. Ecco perché abbiamo pensato di riproporre una cavalcata ideale che dalla grotta di Betlemme portasse al Golgota», spiegano gli organizzatori.

L’evento è gratuito. È gradita la prenotazione WhatsApp 3475461957

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