“Ch’anco tardi a venir, non ti sia grave” ammoniva con pallosa saggezza il triste poeta di Recanati (da giovani studenti un po’ superficiali abbiamo sospettato che gran parte della sua tristezza fosse causata dal fatto che scopasse poco o niente. Da adulti, ne siamo quasi certi). Ad ogni modo, resta il fatto che i nolani aspettavano con morbosa curiosità la prima uscita di Mimmo.
Appena catapultato a capo di una formidabile coalizione di sub-centrodestra, il valoroso e noto avvocato amministrativista (persino la stessa specializzazione professionale dell’avvocato Biancardi) era apparso a tutti come il più pericoloso avversario del Sindaco uscente/rientrante: in un certo senso, il vero anti-papa.
Era ora. In fondo, l’avvocato Vitale rischiava di somigliare sempre di più a quel talento naturale, destinato a diventare un sicuro fuoriclasse, amorevolmente allevato e coccolato in una importante società di calcio, che incomincia a diventare calcisticamente vecchio senza aver mai esordito in prima squadra. D’accordo, il Real Madrid è la squadra più forte e gloriosa, ma meglio passare all’Atletico (con la fascia di capitano, ovviamente) che rimanere nella cantera (la squadra giovanile) del Real a vita. (Confido convintamente in un caffè pagato da parte dell’avvocato Vitale per avergli cucito su misura la metafora sportiva più benaugurante possibile).
Torniamo alla prima uscita. Dove, si saranno chiesti i vertici dei moderati del sub-centrodestra? Qui il sentiero deve essere apparso subito stretto: se Arturo, accreditato come volenteroso outsider, ha scelto il terribile teatro Umberto e l’ha reso stracolmo, non si poteva assolutamente puntare su un contenitore più piccolo. Vada per l’Umberto, allora: moderati sì, ma fino a un certo punto, devono essersi detto con grande fiducia nella loro forza elettorale. (Appena qualche giorno fa uno di loro – il centravanti, direi – chiacchierando amichevolmente al tavolo di un bar aveva affermato di avere favorevoli sensazioni sull’esito dell’elezioni, al punto da ritenere che anche 6.000 voti per la sua coalizione li avrebbe valutati come un flop).
Non sono a caccia di caffè pagati, credetemi, ma col passare dei giorni mi vado convincendo che Arturo è un vero diesel elettorale. Come dice un mio carissimo amico, Arturo è un “uomo leale”. Lasciatelo al suo destino, ma non sfidatelo: Arturo ha più umanità/popolarità (e serietà) di quanto pensiate. Non ha dietro di sé un partito, ma ha dignità. Di questi tempi non è poco.
E così che l’ottimo avvocato Vitale ha dovuto riscontrare un teatro Umberto con un gran numero di poltrone malinconicamente vuote. Va bene, “non è da questi particolari che si giudica un giocatore”, ma neanche si può provocare un confronto e poi dire che non serve a niente. Eppure questo negativo confronto è passato in secondo piano, rispetto al fastidioso, insopportabile protagonismo di tale sig. Nicola, al quale era stata improvvidamente affidata la conduzione della intera manifestazione.
La sua incontinente verbosità ha costretto in un angolo il povero avvocato Vitale, appollaiato su uno sgabello somigliante ad un trespolo, ridotto incredibilmente al ruolo penoso di comprimario. Domande rigorosamente parametrate sullo spartito della banalità, alle quali non era possibile rispondere senza ricorrere alla demagogia più frusta. Nel mio piccolo, esprimo solidarietà all’avv. Vitale. Che cazzo puoi dire di serio, di onesto e di veritiero, quando ti chiedono dei “giovani”, se non ricorrere alle frasi fatte della più bieca retorica?
Forse (voglio sperare), anche l’avv. Vitale avrebbe voluto rispondere che al giorno d’oggi in Italia i giovani sono inesorabilmente destinati ad essere sodomizzati a sangue e che ancora di più lo saranno in avvenire, quando il tasso di disoccupazione al 42,7% sarà solo un piacevole e nostalgico ricordo; che saranno (quelli fortunati o raccomandati) apprendisti di 3 anni in 3 anni oppure saranno costretti a lavorare a gratis su qualche studio professionale senza beccare un euro, ma rimettendoci il costo della benzina per eseguire le commissioni del caso; che il loro legittimo progetto di vita è rimandato a data da destinarsi.
Basta così, altrimenti invece di parlare dell’elezioni di Nola finiremmo col parlare di politica. Ma noi non vogliamo piangere:
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
di Eduardo Quercia
Pubblicato in
politica,
riceviamo e pubblichiamo con tag
Arturo Cutolo,
Centro Democratico,
Domenico Vitale,
Eduardo Quercia,
elezioni amministrative,
Fratelli d'Italia AN,
Nola Mia,
politica,
riceviamo e pubblichiamo,
UDC-NCD