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Archivio per il giorno “marzo 26, 2016”

SAVIANO. “COLTIVIAMO IL FUTURO”, FOCUS PD SULLE OCCASIONI DI SVILUPPO DEL TERRITORIO NELLA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI EUROPEI 2014-2020

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Il rito dei “Sepolcri” a Nola

20160326_213239Quelli che con termine liturgico sono detti ‘Altari della Reposizione’ la pietà popolare continua a chiamare ‘Sepolcri’, associandoli impropriamente alla sepoltura di Gesù. Essi invece vengono allestiti nelle chiese per conservare con la dovuta solennità la Santissima Eucaristia che sarà consumata dai fedeli il Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra la Messa. A Nola, come altrove, si rinnova ogni anno il rito della visita ai ‘Sepolcri’, specie nel centro storico. Sempre particolarmente ricco e suggestivo l’Altare del Duomo, bello anche quello del Gesù e dell’Immacolata. La tradizione vuole che i Sepolcri si visitino in numero dispari, tre, cinque o sette, numeri che forse intendono richiamare rispettivamente la SS. Trinità (3), le Piaghe di Gesù (5) e i Dolori di Maria (7). Immancabili le piante di grano, retaggio degli antichi riti pre-cristiani in onore di Adone, figura celebratissima in tutta l’antichità greca, come simbolo della natura che rinasce dopo i rigori invernali. Durante le feste in suo onore, dette Adonie, le giovani donne sue devote portavano al tempio piccoli giardinetti in vaso, coltivati amorosamente nei mesi precedenti, proprio come ancora oggi si suole fare soprattutto nel sud Italia in occasione della Settimana Santa.

IMG-20160326-WA0008L’altare allestito in Cattedrale intende rappresentare le opere di misericordia corporale, sulle quali il papa ci ha invitato a riflettere in questo anno santo straordinario della misericordia.

Dal vangelo secondo Matteo: Nel giorno del giudizio Cristo dirà: ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. (Matteo 25, 42-45)

Spiegazione dei simboli

Il pane: dar da mangiare agli affamati

Le brocche: dar da bere agli assetati

La camicia: vestire gli ignudi

Il lenzuolo: visitare i malati

Le chiavi: visitare i carcerati

I sandali: ospitare gli stranieri

di Gennaro Morisco

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Foto ra.na.

NOLA, INIZIATI GLI INCONTRI PER L’ATTUAZIONE DEL P.E.B.A.

Cicciano, Camposano, Nola, Saviano, S. Paolo Belsito, San Vitaliano ed ultimamente Avella, del mandamento baianese, sono i comuni dell’area nolana che hanno aderito al piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.).

Cicciano e Saviano sono gli unici due comuni che finora hanno anche stanziato in bilancio, per l’abbattimento delle barriere architettoniche, risorse per il prossimo triennio. Il primo ben 40 mila euro ed il secondo 15 mila. Solo Cicciano ha provveduto anche al monitoraggio sull’intero territorio comunale.

Tra quindici giorni anche a Nola saranno avviati i lavori per l’attuazione del P.E.B.A.

Saranno coinvolti tre assessorati (Politiche Sociali, Urbanistica e Polizia Municipale) oltre all’associazione di categoria UILDM di Cicciano, molto attiva sul territorio. Il primo atto sarà la nomina di un tecnico per il monitoraggio dei siti. Non è escluso che, su indicazione dell’associazione UILDM, sia nominata l’architetto Milena Alfieri, che ha già effettuato il monitoraggio per il comune di Cicciano.

Molto soddisfatto il responsabile dell’associazione UILDM di Cicciano, Giovanni De Luca. “Finalmente – afferma De Luca – dopo più di un anno, il P.E.B.A. inizia a concretizzarsi anche nella città di Nola. Tra quindici giorni ci sarà presso il comune la prima riunione della commissione ed abbiamo chiesto che all’incontro sia invitato anche il responsabile del S.U.A.P. (Sportello Unico Attività Produttive), in modo da iniziare ad applicare la normativa anche alle nuove attività commerciali. Dopo le festività pasquali – conclude De Luca – incontrerò anche padre Beniamino e la Soprintendenza ai beni architettonici per attivare un programma che vede anche i beni ecclessiastici adeguarsi alla normativa”.

di ra.na.

NOLA, IL VUOTO DELLA TOMBA DI GESU’ RIEMPIE IL CUORE

sepolcro vuotoLA NOTA DEL VESCOVO BENIAMINO DEPALMA DIFFUSA PER LA PASQUA 2016 SI SOFFERMA SULL’ESSENZIALITA’ DELLA “TOMBA VUOTA E SILENZIOSA DI GESU’”, METAFORA DELLA COSCIENZA CHE S’ INTERROGA SULL’UMANA CONDIZIONE E SUI SUOI LIMITI. E’ LA SCENA CHE INTERPELLA E CHIAMA IN CAUSA “CREDENTI E NON CREDENTI”.

gesu-di-nazaret-zeffirelliE’ “la tomba vuota e silenziosa di Gesu’”, a costituire la chiave d’interpretazione, di cui si avvale il vescovo Beniamino Depalma, per rappresentare e calibrare il senso profondo ed umanizzante della Pasqua, riversandolo sullo schermo della convulsa – e confusa-realtà sociale dei nostri giorni, in cui le incertezze occupano spazi sempre più estesi, facendosi veicolo di uno scialbo e disperante scetticismo, mentre le capacità di discernimento tra bene e male, lecito e illecito, giusto e ingiusto sono sempre più difficili da riconoscere, sviluppare ed esercitare nella comune quotidianità.

Vescovo Nola Beniamino DepalmaE’ una scena “drammatica ed emozionante”, quella che evoca Depalma, sia per i credenti che per i non credenti. L’intensa drammaticità, che attraversa la scena della “tomba scoperta vuota” dagli Apostoli, risiede nello stigma della morte per crocifissione inflitta al Nazareno, in applicazione delle leggi che amministrano gli uomini, i cui criteri rispondono a interessi e convenienze che spesso esulano del tutto dalla giustizia, per coincidere in pieno con le ragioni di Stato e del potere in tutte le sue possibili declinazioni, da quelle politiche a quelle economiche. Ed è storia di sempre. Del resto il Nazareno non s’era macchiato di efferati crimini né si era reso artefice di torbide macchinazioni, eppure fu immolato alla Croce, vittima della sua innocenza. L’emozione suscitata dalla “scoperta” traduce, invece, la dimensione della volontà di vita, che si affranca dalle angustie degli eterni dubbi e dalle difficoltà, diventando momento di riscoperta e consapevolezza della verità della propria esistenza.

la-cattedrale-di-nolaDepalma apre l’obiettivo delle sue riflessioni sulla cultura – intesa come sistema di usi e costumi- dell’Occidente; un modello che “associa la felicità alla pienezza”, rendendole complementari e interagenti tra loro. E’ il binomio d’irreversibilità, che si esprime nell’esteriorità della “gioia di una tavola che non ha un lembo vuoto, nemmeno per appoggiare le braccia”. E’ la gioia del benessere materiale, dell’apparire e del superfluo, che trasforma l’evento della Pasqua in una occasione di “festa zeppa di ospiti e amici, segno di successo sociale”. E proprio nella ridondanza e nella larga ed ostentata disponibilità dei beni di consumo, il presule identifica il disagio sommo dell’uomo contemporaneo a comprendere sino in fondo il valore della Pasqua, quale lievito di rinascita e di spiritualità, che rende liberi.

crismale 2016 nola 2“Con la Pasqua- scrive il presule- siamo chiamati ad un gesto audace, qual è quello di muovere un passo dentro quel sepolcro inabitato e vincere la paura della morte, quella paura che ci paralizza e che compensiamo, circondandoci dell’inutile e del superfluo, di una pienezza futile e illusoria”.

Il tema della “tomba vuota e silenziosa”, segnacolo e annuncio della Pasqua di Resurrezione, nel filo discorsivo del vescovo Depalma delinea e sostanzia la metafora della coscienza, semplice e nuda, con cui tutti gli esseri umani sono chiamati a confrontarsi, per riscoprire i propri limiti, ma anche la ricchezza e la bellezza della vita, la determinazione a superare le difficoltà e le fatiche, senza perdere la speranza e la fiducia nel futuro. Il vuoto della “tomba” non è- e non può né deve essere- generatore di sgomento e disperato spavento; è semmai lo specchio di quella che è nell’essenzialità dell’umana condizione; essenzialità, che non fa coincidere la felicità con la pienezza dei beni materiali, di cui si dispone. E tale consapevolezza nutre la grande chance destinata all’uomo – a tutti gli uomini- di ri-partire e rimettersi in cammino, dopo cadute e difficoltà, in conciliazione con se stessi. E Dio.

crismale 2016 nola 3L’approfondimento sul valore significativo della “tomba vuota e silenziosa”, che addita un percorso da seguire con nella chiarezza dei valori prospettati, trova elementi di analogia con la nota che Depalma diffuse lo scorso anno, nel segno de “La Pasqua canta”, con l’incipit che ammoniva a “riconciliarsi con le persone che ci hanno ferito, chiedere perdono per gli errori fatti a danno degli altri, impegnarsi a riconoscere dignità ai deboli, rinunciare all’orgoglio per favorire la comunione, lavorare con onestà, coscienza, professionalità, studiare con passione, offrire i propri talenti a servizio del bene comune…”.

LA MISERICORDIA VALORE DI CUI TUTTI HANNO BISOGNO
LA SANTA MESSA CRISMALE

crismale 2016 nola 1Con il rito della Messa Crismale, officiato nella Basilica di Santa Maria Assunta in Cielo, il cui momento centrale è rappresentato dalla consacrazione degli olii santi, che si useranno nel corso dell’anno per la celebrazione dei sacramenti, la Settimana della liturgia di preparazione alla Pasqua è entrata nel vivo. E nell’omelia pronunciata, il vescovo Depalma si è ispirato al tema della scrittura del profeta Isaia, che recita “… il Signore ci restituisce una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito di lutto, veste di luce invece di uno spirito mesto”; è l’ispirazione dell’amore per la vita, che accomuna uomini e popoli nella dignità del vivere, senza contrapporli, alimentandone e suscitandone divisioni, odi e conflittualità. E’ l’amore che non conferisce “alla giustizia i tratti dell’annientamento del nemico, ma il significato e il volto del Dio padre della misericordia, che consola i derelitti e che offre a tutti la possibilità di ritorno…”.

crismale 2016 nola 4E’, quello disegnato dall’omelia del presule, il profilo della misericordia che fa da filo conduttore dell’Anno conciliare straordinario in atto; profilo, che conduce al modo, con cui Benedetto XVI ha richiamato ed evidenziato di recente i punti di attacco argomentativi, con cui Papa Francesco dà risalto al valore vivificante della misericordia …. ” l’unica vera e ultima reazione efficace contro la potenza del male. Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza”.

La misericordia è il valore, di cui hanno bisogno tutti gli esseri umani.

di Geo

Manzi: “Casamarciano uscirà dal carrozzone dell’Agenzia di Sviluppo”

andrea manzi“Il Comune di Casamarciano uscirà dall’inutile carrozzone dell’Agenzia di sviluppo dell’area nolana”: lo dichiara il sindaco Andrea Manzi in una lettera indirizzata ai diciassette colleghi dei Comuni che compongono la società consortile.

Un atto di accusa contro la “partitocrazia che divide i sindaci del Nolano sulle scelte più importanti per il territorio” e contro l’”incapacità gestionale” di chi guida ed ha guidato l’organismo costituito nel 2003 per fare da volano allo sviluppo del territorio. Dopo l’ennesimo fallimento del tavolo di confronto tra i Comuni convocato per discutere sul futuro e la sopravvivenza dell’Agenzia, risoltosi con un nulla di fatto per la frammentazione esistente tra le fasce tricolori, Manzi ha messo nero su bianco la delusione personale e dell’ente che amministra rispetto ad un organismo nato su grandi premesse ma attualmente “senza strategie concrete di rilancio anche dopo la soppressione del Tavolo dei Comuni in favore del Cociv, organismo a maggioranza”. Una mancanza di visione progettuale che si traduce, secondo il sindaco di Casamarciano, “nell’isolamento istituzionale del Nolano rispetto alla Regione Campania soprattutto nelle decisioni che incidono sull’ambiente e nella vacuità dei progetti integrati presentati dall’Agenzia in questi anni”.

“Pensavo – afferma Manzi nella missiva – che la presa di coscienza dei sindaci, specialmente quelli che a maggioranza gestiscono l’Agenzia, avesse finalmente partorito una strategia per portare al tavolo di concertazione una proposta operativa di rilancio, come la reintroduzione del Tavolo dei Comuni per garantire pari dignità decisionale sul piano politico e l’individuazione di nuove competenze tese a colmare i vuoti della progettualità integrata. Niente da fare. Il solito balletto della difesa partitocratrica l’ha fatta da padrone”. Di fronte al nuovo fallimento, il primo cittadino di Casamarciano conclude: “Non c’è più tempo e spazio per mediazioni al ribasso che comunque non arriveranno mai. A chi usa l’Agenzia di Sviluppo solo ed unicamente per risolvere e sistemare questioni locali, dico continuate a fare pure ma per quanto mi riguarda per il mio paese prendo altre strade. Usciremo da questo carrozzone reso totalmente inutile per il territorio”.

(red)

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