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di ra.na. & co… contro "il sistema" della camorra dell'usura e della violenza, è un blog indipendente, nato dall'idea di persone libere che hanno a cuore le sorti della loro terra, l'Area Nolana

Archivi per il mese di “giugno, 2015”

CICCIANO. IL LICEO “MEDI” DI CASA… AL “BIODIVERSITY PARK” DI EXPO 2015

ingresso_expo[1]IMPEGNATI IN UNO STAGE DI FORMAZIONE, 21 GIOVANI NELL’AMBITO DEL POR-CAMPANIA “LA LUCE DI UN’IDEA”. SEI LE AREE TEMATICHE DEL LABORATORIO DIDATTICO AL CENTRO DELL’IMPORTANTE E QUALIFICATA INIZIATIVA MIRATA SULL’IMPORTANZA DEL RECUPERO E DELLA VALORIZZAZIONE DELLE VARIETA’ COLTURALI PER IL CIBO SANO, L’ECONOMIA PRODUTTIVA E LA TUTELA DELL’AMBIENTE. L’INCONTRO TRA LE CULTURE, IN CUI IL LOCALE E IL GLOBALE INTERAGISCONO E S’INTEGRANO.

Un’esperienza di straordinaria portata, quella che dal 15 giugno stanno vivendo, ventuno, tra ragazzi e ragazze del Liceo statale “Enrico Medi”, presidio scolastico frequentato da oltre mille studenti dell’area basso-irpina e dell’area nolana; esperienza, in cui coniugano interessanti attività di Laboratorio e la formazione di cultura scientifica, al “Biodiversity park”, allestito da BolognaFiere, Expo 2015 Spa, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Federbio, negli spazi dell’Esposizione universale 2015; esperienza che si concluderà il 10 luglio, con il rientro a Cicciano, previsto per il giorno successivo.

tavolo_didattico_con_tutor_aziendale[1]Lo stage in atto fa riferimento al progetto “La luce di un’idea” e si rapporta agli obiettivi del Por-Campania 2013 , con risorse finanziarie rese disponibili dall’ Unione europea; progetto che il Liceo “Medi” ha messo a punto e definito – secondo gli stringenti criteri e parametri previsti dallo specifico bando regionale- in stretta collaborazione con Assoform di Rimini e l’E.A.R.T.H. Academy rete europea dell’ambiente. Una scelta progettuale, che fa leva sulla multidisciplinarietà, sulla professionalità, sulla responsabilità, sulla ricerca della qualità e dell’eccellenza; scelta articolata e coerente con la missione che viene svolgendo da sempre il “Medi” – di cui é preside il professore Pasquale Amato – quale promotore di cultura e punto di riferimento autorevole e credibile per le comunità del territorio, con iniziative e attività di diffusione della conoscenza, integrando e ampliando la sfera dei percorsi curriculari strettamente didattici, guardando anche alla realtà sociale.

LA LUCE DI UN’IDEA PER IL TERRITORIO

intervista_con_direttore_generale_ministero_agricoltura_Burkinafaso_Alassane_Guire[1]Non è affatto casuale, la chiave ispiratrice de “La luce di un’idea”, ispirata proprio dal contesto territoriale e dalle criticità sociali da cui é segnato. Ed è la realtà – costituita da un lembo della provincia di Avellino che s’interfaccia con parte della Città metropolitana di Napoli – che ha fatto registrare nell’arco dei decorsi decenni “una profonda e disordinata trasformazione sociale ed economica, uno sproporzionato e anomalo sviluppo urbanistico, un conseguente calo di produzione agricola e l’avvio di un’economia di tipo industriale, fatta di piccole e medie imprese, legate all’alimentazione, ai servizi, ma anche alla produzione. La carenza di infrastrutture e di risorse, un ruolo non sempre efficace delle Istituzioni pesano sull’economia, sui sentimenti identitari, sul consolidamento dei processi aggregativi e di socializzazione”. E’ l’identikit, che fissa corposi aspetti del complessivo “arretramento” sociale subìto dal contesto e di cui sono larga componente le anomalie del disordinato sviluppo urbanistico, senza alcuna visione complessiva di urbanizzazione di realtà comunali, ormai integrate e costitutive di un’unica entità fisica, ma non amministrativa.

briefing_di_verifica_procedure_aziendali[1]Di fatto, la cementificazione anche affaristica e speculativa, fino ad edificare addirittura in stretta vicinanza dei Regi lagni o degli alvei naturali, in plateale violazione della legge Galasso, per non dire delle “aggressioni” alle aree collinari con sghembi… edifici e pretenziose… ville; cementificazione, che per decenni ha fatto le straordinarie fortune di costruttori e imprenditori, riducendo ai minimi termini la base produttiva di vocazione primaria del territorio, un tempo identificato come spicchio di quella Campania Felix, ch’era in grado di assicurare dai tre ai quattro raccolti orticoli e frutticoli a ciclo annuale. Era la base produttiva, costituita appunto dai suoli agrari, sulla cui parte residuale si privilegia, allo stato attuale, la monocoltura dei noccioleti, praticata con largo ed anomalo utilizzo di fertilizzanti chimici, erbicidi, pesticidi, vere scariche di… droghe e veleni, che contaminano i terreni irreversibilmente . E’ lo scenario, in cui la biodiversità, fattore decisivo per lo sviluppo qualitativo dell’agricoltura, è stata profondamente ridimensionata, anzi cancellata.

gruppo_studenti_expo[1]Un quadro, quello focalizzato nell’impostazione del progetto del “Medi “, che, al di là delle specifiche criticità del territorio sotto esame, si riconduce alle analoghe e più incalzanti problematiche di profilo planetario, segnatamente nell’Occidente, su cui Expo-2015 tiene aperti i riflettori a 360°; riflettori che concentrano- va ricordato- i loro fasci di luce anche sui principi della Carta universale dei diritti della terra coltivata; principi che integrano i valori della naturalità, dell’ integrità, della dignità’,della fertilità della terra. Sono i principi, che si rapportano all’importanza della bio-diversità, da recuperare e valorizzare per la produzione del cibo sano e per la buona alimentazione.

IL LABORATORIO DIDATTICO E GLI SCAMBI INTERCULTURALI

didattica_con_Duccio_Campagnoli_presidente_BolognaFiere[1]Per i ragazzi e le ragazze del “Medi”, grazie al supporto dell’azione di tutoraggio, svolta dai professori Valter De Vito e Luigi Roberto Rapidà, le giornate che trascorrono ad Expo 2015 sono collegate alle attività del Laboratorio didattico e formativo, calibrato su sei aree tematiche, dai semi ai cereali, dai legumi agli ortaggi, dagli oli ai vini,dalla frutta ai prodotti di allevamento e via proseguendo sulle conoscenze e sulle pratiche applicative delle filiere della buona agricoltura, che fanno capo e leva sulla biodiversità.

Sono i percorsi di studio e lavoro del “Biodiversity park”, che mirano a fare acquisire la conoscenza dei fattori, che garantiscono produzioni di qualità e integrate per il cibo sano. Ma sono processi di apprendimento, al cui centro sono anche e soprattutto gli scambi interculturali con giovani di altri Paesi aperture verso orizzonti, per i quali il locale e il globale interagiscono e si corrispondono. Un’esperienza, quella che stanno maturando nella Milano, attualmente la Capitale del mondo, grazie a Expo 2015, che li rende più attenti al territorio e alla sua valorizzazione che passa attraverso la buona agricoltura. E il futuro del pianeta-terra è sempre più connesso alle sorti proprio dell’agricoltura.

di Geo

CASAMARCIANO, TRE MULTATI PER SVERSAMENTI ABUSIVI. SINDACO MANZI “BECCA” AUTOMOBILISTA E LO SEGNALA

casamarciano1Tre persone multate per sversamento di rifiuti, scatta l’offensiva dell’amministrazione comunale di Casamarciano contro chi inquina e deturpa il paese.

In un caso, a beccare e segnalare un automobilista che lanciava una busta di immondizia dalla propria vettura è stato lo stesso primo cittadino Andrea Manzi. L’uomo, dopo essersi liberato della spazzatura in località Schiava di Casamarciano, si stava allontanando: è stato però sfortunato perché è incappato nel giro ‘di perlustrazione’ del sindaco Manzi che ha segnalato quanto avvenuto al Comando dei vigili urbani del paese. L’inquinatore rischia una multa da seicento a tremila euro. Un rischio che corrono anche altri due cittadini, residenti in due Comuni del Nolano, sorpresi a liberarsi di ingombranti nell’isola ecologica del Rione Iacp, inaugurata dal Comune due mesi fa.

casamarciano2Il primo si è recato presso il centro raccolta e, in pieno giorno e con le scuole circostanti ancora frequentate dagli alunni, ha abbandonato dei pannelli. Il secondo ha agito nottetempo e ha abbandonato uno scatolone con rifiuti vari. Le loro ‘bravate’ sono però state immortalate dalle telecamere di sorveglianza che vigilano sull’isola ecologica e che hanno consentito all’amministrazione di risalire alle targhe delle auto e quindi alle identità dei due che saranno severamente multati.

“Ora basta – dichiara il primo cittadino Andrea Manzi, impegnato in una battaglia personale contro gli sversamenti abusivi – Basta con gli incivili e con chi ha scambiato il nostro territorio per una discarica. Da oggi chi pensa di potere gettare i propri rifiuti nel nostro paese violando le leggi e la decenza deve sapere che va incontro alla tolleranza zero”.

(CS)

AUGURI SINDACO

manolo cafarelliInnanzitutto, come cittadino nonchè come ex amministratore del comune di S.Paolo Belsito, mi corre l’obbligo formulare un augurio al rieletto sindaco Cafarelli e alla sua nuova squadra, con l’auspicio che da essi venga posto in essere un proficuo, onesto e oculato lavoro, finalizzato, ovviamente con tutti i limiti del caso, alla crescita socio-economica dell’intera comunità sanpaolese.

Al mio iniziale augurio al sindaco associo anche tanti complimenti per aver, senza ombra di dubbio, asfaltato, nonostante si fosse circondato di un’armata brancaleone, i candidati della lista avversa, sostenuta da una corazzata Potemkin (nave da guerra) che alla resa dei conti si è rivelata un’armata di burro, inconcludente, incapace e politicamente fallimentare, animata solo da sfrenata e orba ambizione politica (candidato a sindaco sconfitto) e da becere e squallide beghe paesane (mi riferisco ovviamente ai tre dell’armata Potemkin).

Dagli albori della democrazia fino a oggi nel nostro paese mai si era registrata una sconfitta di così vaste proporzioni tra i contendenti di tutte le competizioni elettorali nostrane (circa di 300 voti il distacco inflitto dal vincitore alla lista “IO AMO IL MIO PAESE”).

Ci sono modi e modi di perdere, si perde preservando una dignità ed uno stile o si perde perdendo anche la faccia. Nella fattispecie abbiamo perso con vergogna, senza dignità e senza stile. Ma d’altra parte ben considerando i quattro attori principali in campo, privi di qualsivoglia standing politico, non si poteva pretendere di piu’. Essi dovrebbero aver l’intelligenza, a questo punto, di fare ammenda e di ammettere di non averne azzeccata una; che la loro strategia politica (sic!) ci ha condotti ad una indimenticabile, vergognosa e umiliante sconfitta; e di spiegarci due cose: perchè hanno boicottato e fatta terra bruciata attorno al candidato sindaco che il PD pur aveva individuato nella persona del dr. Pierro tanto da costringerlo ad abbandonare la competizione? E perchè hanno sottaciuto sull’accordo con i sigg.ri Riccio (forse nostalgia del passato? o che altro?). A questi strateghi politici (sic!) va subito chiesto di fare non uno ma 101 passi indietro, lasciando definitivamente il campo politico ai tanti seri e valenti giovani che pure ci sono e si sono messi in evidenza nell’ultima tornata elettorale, i quali sicuramente sapranno affrancarsi dalla sudditanza psicologica anagafica, ripeto unicamente anagrafica, non certamente valoriale, della corazzata Potemkin.

Cari giovani è arrivato il momento di impossessarvi della strada che dovrà tracciare il vostro futuro politico e non solo. Abbiate il coraggio, senza infingimenti ed ipocrisie, di liberarvi di questi obsoleti e falsi profeti politici, che altro fine non hanno se non quello di approfittare del momento amministrativo per porre in essere qualche puerile e becera vendetta politica datata inizi anni novanta. Che miseria umana.

di Ciro Vecchione

LA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI, SE NE DISCUTE A CAMPOSANO

convegno camposano

FESTA DEI GIGLI DI NOLA 2015, DIRETTA SU METRONAPOLI TV WEB CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI: I RINGRAZIAMENTI DEL CONSIGLIERE IOVINO

fra iovinoDiciotto ore di diretta no stop per seguire live la festa dei gigli di Nola 2015. È questo il grande lavoro messo in atto dai collaboratori della città metropolitana di Napoli, fatto con grande spirito di servizio e sensibilità verso un evento di rilevanza nazionale.

Tutto questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale della città bruniana, guidata dal sindaco Geremia Biancardi, e alle telecamere di VideoNola e Capri tv.

La kermesse nolana è stata trasmessa da MetroNapoli.it in streaming Tv ed anche sul portale istituzionale della città metropolitana di Napoli, nonché sulla pagina internet del più importante quotidiano del sud, “Il Mattino”.

Soddisfatto il consigliere metropolitano Francesco Iovino, che ha fortemente voluto che la manifestazione dedicata al vescovo Paolino venisse trasmessa in rete. “Ci tenevo che la millenaria ballata dei gigli di Nola, patrimonio immateriale dell’Unesco dal 2014, fosse mandata in onda sul sito ufficiale della nostra città metropolitana – ha affermato Iovino – E’ una delle storiche feste popolari dell’area metropolitana, una delle più belle e seguite ed era importante che fosse trasmessa su MetronapoliTV. In questo modo abbiamo voluto dare la possibilità di vedere la festa, seppure attraverso uno schermo, ai tanti nolani che, per lavoro o altri motivi, sono fuori città, ma che restano amanti della festa in onore del santo Paolino. Tutti coloro impossibilitati ad assistere di persona alla festa hanno così potuto partecipare da lontano alla ballata degli obelischi e alla straordinaria solenne benedizione delle macchina da festa da parte del vescovo Sua Eccellenza Mons. Beniamino Depalma, con la successiva processione del busto argenteo raffigurante il santo nativo di Bordeaux”.

Ringraziamenti di Iovino all’amministrazione Biancardi per la fattiva collaborazione e disponibilità dimostrata agli operatori televisivi della città Metropolitana, che hanno lavorato ininterrottamente sotto l’arido sole di una calda domenica di fine giugno.

“Questa azione è una combinazione di intenti istituzionali che fanno trait d’union su temi culturali, sociali ed umani, dove non v’è un fine proprio, ma uno combinato tra chi si mette a disposizione e chi si adopera affinché le cose vadano potenziate e sostenute al meglio”, ha concluso il consigliere metropolitano.

di Saverio Falco

SOMMA VESUVIANA. INCONTRO TRA VALORI, I MAESTRI DELLO STREET FOOD A SOSTEGNO DEL DORMITORIO

“Quest’anno queste serate devono farci riflettere sulla preoccupante povertà dell’emergenza abitativa. Diverse sono le famiglie e singoli che rimangono soli e senza casa. Il dormitorio ci ha fatto incontrare e accompagnare storie di vita complesse, alle quali abbiamo risposto costruendo un’accoglienza oltre la semplice permanenza serale. Incontro tra valori è anche la testimonianza solidale del nostro territorio. Sono molto grato a quanti hanno risposto al nostro grido per sostenere questo servizio caritativo”. Don Arcangelo Iovino, direttore della Caritas diocesana di Nola.

Riparte anche questo luglio la proposta Incontro Tra Valori per sostenere il servizio dormitorio. I diversi maestri dello street food italiano (Salvatore Di Matteo della Pizzeria Di Matteo, Gennaro Cariulo dell’Hamburgheria Gigione, Gennaro Luciano della pizzeria Port’Alba e Luigi Cippitelli della pizzeria Voglia di Pizza) hanno permesso anche quest’anno di strutturare i “mercoledì di luglio”. Il tutto si svolgerà nel Centro Caritas di Somma Vesuviana nel Rione Trieste.

Il servizio dormitorio è stato inaugurato alla presenza del direttore della Caritas Italiana, don Francesco Soddu, nel febbraio del 2014, e può accogliere massimo 24 persone tra cui massimo 5 donne e 1 famiglia.

“In questo primo anno sono state accolte 68 persone, 44 maschi e 24 femmine, di cui 22 di nazionalità italiana – dichiara Raffaele Cerciello presidente della SICAR, ente di gestione della Caritas – Attualmente il servizio caritativo ha due modalità di accoglienza, una a bassa soglia H12, che va appunto dalle 20.00 alle 8.00 e l’altra a soglia alta H24. Così strutturato, il dormitorio, ci permettere di essere prossimi a diversi fenomeni di disagio, dalle persone senza una dimora fissa, all’emergenze di natura climatica (emergenza freddo/caldo) o di emergenza abitativa (famiglie sfrattate/persone abbandonate). In questo primo anno la priorità è stata quella di costituire una buona pratica per la presa in carico di quanti richiedono aiuto, lavorando in sinergia con i Servizi Sociali, con l’ASL e le Forze dell’Ordine”.

Mercoledì primo luglio alle 20.30 inizia la prima serata che ospita il maestro Salvatore Di Matteo. Il ricavato sarà interamente devoluto al servizio dormitorio.

–> Relazione primo anno del servizio dormitorio <–

(CS)

NOLA CITTA’ SPORCA: SCOPPIA LA RABBIA DEI RESIDENTI DI VIA POLVERIERA, AL CENTRO STORICO I CITTADINI CHIEDONO IL LAVAGGIO DELLE STRADE PER GLI SGRADEVOLI ODORI

IMG_20150625_105454“Siamo stufi di un’amministrazione comunale sempre più sorda ai lamenti della gente, meritiamo più rispetto, più dignità e più decoro”. E’ il grido di rabbia dei residenti di via Polveriera a Nola, un’arteria dissestata e piena di buche, che riducono notevolmente la sede stradale creando gravi disagi ai pedoni. Anche l’illuminazione non è adeguata, spesso per lunghi periodi inspiegabilmente spenta. A farla da padrona sacchetti di rifiuti abbandonati lungo il ciglio della strada ed ingombranti lasciati lì a marcire e rendere invivibile tutta l’area.

“Invitiamo gli amministratori comunali di maggioranza ed opposizione a percorrere a piedi la strada della Polveriera per accertarsi del degrado esistente – afferma Felice Mauro, ex consigliere comunale e promotore della protesta – Ormai non si interviene nemmeno sul quotidiano. È un nostro diritto pretendere che la città in cui viviamo sia amministrata nel migliore dei modi possibili – chiosa Mauro – È di una gravità inaudita che le nostre segnalazioni vengano cestinate. Sono mesi che chiediamo, invano, il ripristino di alcune buche, la rimozione di ingombranti e soprattutto di rifiuti speciali”.

Intanto all’ufficio relazioni con il pubblico dell’ente di piazza Duomo sono sempre di più le segnalazioni/denunce dei privati per la mancanza di ritiro degli ingombranti a domicilio da parte degli addetti all’isola ecologica, oltreché per il mancato spazzamento di molte arterie cittadine, tra cui via Abate Minichini, via Saviano e via Anfiteatro Laterizio. Nemmeno a parlarne poi il lavaggio delle strade, essenziale per mantenere un minimo di igiene e decoro sul territorio, visto anche il caldo ed il sovraffollamento di questi giorni per la Festa dei Gigli che hanno accentuato notevolmente i problemi del centro storico, con tanto di vicoli sporchi, rifiuti abbandonati, urina umana ed escrementi di cane non raccolto e qualche topo morto a rendere ancora più sgradevoli gli odori.

“Al centro – gridano i residenti delle strade adiacenti piazza Duomo – si bevono troppi alcolici, molto spesso le toilette non ci sono o se ci sono sono insufficienti e i bisogni vengono fatti per strada”.

L’altra notte c’è stato l’ultimo intervento di disinfestazione da parte dell’Asl Napoli 3 Sud, a meno che la regione Campania non proroghi il servizio i costi dei futuri interventi saranno totalmente a carico dei comuni. Da notizie assunte direttamente dalle frazioni (Polvica e Piazzolla) e città, l’intervento per Polvica è stato effettuato sotto il controllo diretto dell’assessore, nonché delegato della frazione Enzo De Lucia, per Piazzolla dall’assessore Antonio Manzi, mentre per Nola a dare indicazioni alla ditta affidataria del servizio è stato il consigliere comunale Antonio Annunziata.

Sono molti i cittadini del capoluogo che lamentano il mancato servizio in alcune zone della città, tra l’altro non c’è stata nemmeno l’affissione di manifesti che annunciavano l’intervento per lo scorso 23 giugno. Il consigliere comunale Antonio Annunziata, che ha seguito uno dei due furgoni della ditta UNICED srl affidataria del servizio, ha precisato che “l’intervento ha interessato tutte le strade periferiche, fatta eccezione per quelle del centro storico”.

di ra.na.

NOLA. ASSEGNAZIONE GIGLI 2016: TUTTI I NOMI DEI MAESTRI DI FESTA E RELATIVE PARANZE (PER LE VOCI DI DENTRO RINUNCIA IL MAESTRO DI FESTA DEL BETTOLIERE)

IMG_20150628_125517La Processione dei Gigli è terminata alle 9,16 di questa mattina con ben tre ore di ritardo rispetto al protocollo d’intesa sottoscritto dalla la Fondazione Festa dei Gigli e dai Maestri di Festa.

Tutto sommato una Festa accettabile e una grande partecipazione. Un evento che ha riempito di folla piazze e strade. Molti gli ospiti sul balcone del Palazzo Comunale: sindaci, amministratori locali, gli onorevoli Massimiliano Manfredi, Paolo Russo, Pasquale Sommese, il sindaco di Sassari, una delegazione di Gubbio, il vicesindaco di Viterbo, Patrizia Nardi, il console di Panama, una delegazione di svizzeri, ospiti del Rotary Club ed il comandante della Nato l’ammiraglio Mark Ferguson, che è rimasto incantato, non ha staccato un attimo gli occhi dallo spettacolo e ha promesso che ritornerà e che porterà in Patria il ricordo di una Festa unica.

Allo scoccare della mezzanotte nell’aula consiliare il sindaco di Nola Geremia Biancardi ha proceduto alla lettura del verbale del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Festa dei Gigli del 27 giugno annunciando i nuovi Maestri di Festa – provvisori – per l’edizione 2016: l’Ortolano è andato a Francesca Napolitano (Nola 18 09 1953), il Salumiere a Concetta Spanò (Nola 07 12 1947), il Bettoliere a Felice Piccolo (Sarno 04 06 1992), il Panettiere a Francesco Rocco (Nola 06 08 1987), la Barca a Fracesco Iovino (Caserta 20 06 1987), il Beccaio a Giuseppe Cutolo (Nola 05 04 1954), il Calzolaio ad Anna Marotta (Nola 19 07 1969), il Fabbro a Raffaele Napolitano (Nola 18 09 1948), il Sarto ad Antonio Minieri (Nola 08 05 1991).

Le voci di dentro segnalano la rinuncia del Maestro di Festa del Giglio del Bettoliere in quanto appartenente ad un gruppo familiare già assegnatario di un altro Giglio, quindi c’è chi sostiene che dovrebbe scorrere la graduatoria essendo state ben tre le richieste per la corporazione, non si esclude che ci sia una riapertura dei termini per la riassegnazione. Gli abbinamenti con le Paranze danno la nolana Pollicino con l’Ortolano, la barrese Mondiale con il Salumiere, la nolana Stella o una Barrese con il Bettoliere, dipende se ci sarà scorrimento o nuova riapertura dei termini, la nolana Franzese con il Panettiere, la nolana Orgoglio Nolano con la Barca, la nolana Volontari con il Beccaio, la nolana FT con il Calzolaio, la nolana Trinchese con il Fabbro e la barrese Insuperabile con il Sarto.

Grande successo per la diretta di Capri Event condotta da Autilia Napolitano, Angelo Martino ed Antonio D’Ascoli dalle 10,00 del mattino fino alle 3,00 di notte, oltre 200.000 contatti.

di ra.na.

DAI PREGIUDIZI AI GIUDIZI

Il 25 giugno scorso ho avuto il piacere di tenere una relazione multimediale sulla “Festa dei Gigli” di Nola su invito del Lions Club Nola “G. Bruno” nel Salone della Fondazione Festa dei Gigli.

Qualche giorno prima, mi è giunto all’orecchio che, quando è stato annunciato l’incontro – a cui ha partecipato anche la prof.ssa arch. Rosa Anna Genovese che ha parlato della “Via Popilia” – qualcuno ha espresso delle perplessità per l’invito rivolto all’autore de “La festa infelice” pubblicato nel 1973.

Ebbene, sono curioso di sapere quanti di questi “critici” hanno letto il mio saggio (non più in circolazione da almeno 35 anni), il quale fu giudicato “molto interessante” dall’antropologo e storico delle religioni Alfonso Maria Di Nola (1926-1997) nel corso di una sua conversazione con il Vescovo mons. Guerino Grimaldi. Anche l’antropologo Luigi Lombardi Satriani, in un nostro incontro, si espresse positivamente sul libro nel suo complesso, precisando, però, che non condivideva alcuni punti.

Tornando ai “critici”, è forse il caso di ricordare che la tendenza – piuttosto comoda e specifica di molti uomini politici – a giudicare ricorrendo agli “slogan”, oramai ha preso talmente piede che diventa sempre più difficile parlare, discutere, criticare “a ragion veduta”, cioè dopo aver considerato tutti i punti di vista, i vari aspetti di una questione e, quindi, dopo esauriente riflessione sulla base di dati di fatto e dunque, nel nostro caso, sugli argomenti che mi indussero a parlare di “festa infelice”. Tra l’altro, questa espressione presenta una sua pregnanza anche perché è un vero e proprio ossimoro, vale a dire che si tratta di una figura retorica che consiste nell’unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità, il che produce l’effetto di un paradosso apparente. Ed è chiaro che se si procedesse “a ragion veduta”, sarei il primo a rivedere la mia posizione esprimendo gratitudine a chi mi facesse intravvedere una visione più convincente. D’altronde, io stesso ho colto di recente nuovi contenuti della festa nolana, come mi sembra che abbiano constatato i partecipanti all’incontro del 25 giugno.

Ed allora, al fine di fornire qualche elemento che possa fugare atteggiamenti di chiusura nei miei confronti oppure che consenta di fare evolvere il pregiudizio in giudizio ben fondato, espongo molto brevemente il motivo che mi spinse, nel 1973, ad attribuire alla stupefacente, originale, coinvolgente Festa dei Gigli l’aggettivo “infelice”.

Ebbene, a detta dei Nolani la festa è organizzata fondamentalmente per esaltare la figura di san Paolino nei cui confronti c’è una devozione secolare. D’altro canto, se “misuriamo”, per così dire, questa devozione in base al grado di entusiasmo con cui gran parte della comunità nolana partecipa alla festa – a volte pregando ma soprattutto ballando, cantando, ecc. –, non c’è dubbio alcuno che il santo Vescovo viene proiettato ad un’altezza straordinaria, ben rappresentata dalla collocazione della sua statua in cartapesta in cima al “giglio”. A ben vedere, siffatta proiezione se, da un lato, evidenzia quanto profondo sia il culto nei suoi confronti, dall’altro, finisce per provocare una sorta di allontanamento dello stesso Santo dal piano umano specifico dei suoi devoti. In un certo senso, Paolino viene collocato in un’altra dimensione, quella del “sacro” che, com’è noto, è qualche cosa di «radicalmente e totalmente diverso» nel senso che non assomiglia a nulla di umano, il che comporta che ciò che lui ha operato non è assolutamente alla portata di coloro che lo osannano.

In questa prospettiva, il suo gesto – descritto in uno dei Dialogi di Papa Gregorio Magno e nei quali «non si deve pretendere di trovare quella critica (storica) che è esigenza di tempi posteriori» (A. Baudrillart) – di offrire se stesso per riscattare il figlio di una povera vedova rapito dai barbari, la sua decisione di donare i suoi beni ai poveri, la sua accoglienza delle schiere di forestieri recantisi alla tomba di san Felice in Pincis, risulterebbero essere delle scelte praticabili solo da un santo e, quindi, non alla portata delle normali creature umane. Ne consegue che la festa è anche un’occasione per sospendere la dimensione del quotidiano per aprirsi, in certo modo, alla dimensione del sacro evidenziando tutta la propria gratitudine per quanto di “eccezionale” il santo Patrono ha operato per la sua Nola.

Ma è appunto qui che emerge l’“infelicità” della festa dedicata a san Paolino. Leggendo i suoi scritti, infatti, emerge chiaramente che egli non voleva affatto essere collocato sopra una sorta di torre d’avorio, ma desiderava intensamente che altri seguissero il suo stile di vita. A tal proposito è molto significativa la seguente espressione inserita nella Lettera 24: «Il santo maestro ci chiede di mettere adesso le nostre membra al servizio della giustizia». Un chiaro invito a “investire” le proprie capacità a favore degli altri. E ai suoi due amici, Severo – che lo “invidiava” per essere stato capace di donare tutti i suoi beni – e Pammachio, scrive rispettivamente: «Tu hai raggiunto la perfezione sia nei beni che hai venduto (donando il ricavato), sia in quelli che possiedi non per te stesso, ma per coloro che non hanno niente» (Lettera 24, 3); «Le tue ricchezze sono mammelle per i poveri» (Lettera 13, 18).

Possiamo, allora, concludere che finché la figura del Vescovo venuto da Bordeaux continua ad essere collocata su un piedistallo ignorando il suo insegnamento, si finisce per venerarlo alla stessa stregua di tante altre comunità di devoti – comprese quelle dell’antichità più remota –, che sono restìe a far proprio lo stile di vita dei loro “protettori”, santi o dèi che siano. Nel caso di Paolino, tutto ciò ha il sapore di una sorta di “tradimento” del progetto di vita che egli realizzò. Un progetto che lo rende una vera e propria “esemplarità”.

A tal proposito, va detto che le “esemplarità” sono rappresentate da quelle persone – il santo, il maestro, il genio, l’eroe, ecc. – che hanno inaugurato nuovi orizzonti, ossia hanno aperto – rispetto alla tradizione – un ulteriore cammino, avendolo già compiuto sciogliendo nodi e superando grossi ostacoli. (G. Cusinato). Ci troviamo, dunque, di fronte ad una sorta di “pioniere” che «è in grado d’esperire valori nuovi e, nella misura in cui ne diventa il rappresentante, può svolgere una funzione innovativa d’orientamento nei confronti di altre persone» (Id.), liberandole da quel che si sono messe o le hanno messo addosso e facendo loro percepire di potersi sviluppare o addirittura rinascere “dentro” lo spazio conquistato da un particolare modo di vivere.

Da rilevare anche che l’“esemplarità” dell’altro non impone qualcosa, piuttosto accende e ridesta, suscitando dal di dentro non tanto entusiasmo quanto piuttosto una risposta innovativa. (M. Scheler). Pertanto, l’esemplarità può essere metaforicamente rappresentata dal “traghettatore” che consente il passaggio all’altra “riva”.

In questa ottica, il devoto di san Paolino sarà veramente e quotidianamente “felice” quando – sull’esempio del santo Patrono – metterà liberamente e spontaneamente “le sue facoltà al servizio della comunità”, il che gli consentirà di fare un’esperienza personale radicalmente nuova che gli permetterà – ancora come il Patrono – di passare sull’“altra riva”, il che equivale a una vera e propria ri-nascita.

di Franco Manganelli

NOLA. SI’ ALL’ECONOMIA CIVILE E SOCIALE E ALL’EUROPA SOLIDALE, NO ALL’ECONOMIA SPECULATIVA DELLE BANCHE NELLA FORTE E CORAGGIOSA DENUNCIA DEL VESCOVO BENIAMINO DEPALMA AL GIGLI-DAY

IMG_20150628_134351Dalla nota di lunedì scorso, ispirata dalla Memoria dedicata – nella concelebrazione eucaristica – a Paolino di Bourdeaux, per ricordarne l’esemplarità di vita vissuta nel segno dell’accoglienza e dell’ospitalità verso il prossimo e i più bisognosi alle riflessioni sulla crisi economica del presente e sulle fibrillazioni che attraversano la realtà geo-politica dei nostri giorni; riflessioni, espresse a braccio sul sagrato della Basilica di Santa Maria Assunta in Cielo, dopo la benedizione impartita ai Gigli. Sono stati i percorsi, compiuti dal vescovo Beniamino Depalma, per focalizzare le tante e contraddittorie sfaccettature, con le quali si connota e identifica la contemporaneità, con nodi problematici che gli uomini, le classi politiche e dirigenti non sono in grado di sciogliere, o non vogliono sciogliere. Un’analisi puntuale, per evidenziare l’irrinunciabile e non più eludibile ricerca di quel senso e di quelle direzioni di cammino, che aiutino a comprendere la realtà. Sono il senso e le direzioni di cammino, il cui smarrimento o assenza, aggrava le criticità, acuisce le inquietudini, esaspera le incertezze. E la ricerca di senso e delle direzioni di cammino da intraprendere, può essere favorita dalla bussola d’orientamento dell’etica cristiana.

La nota, ispirata dalla Memoria evocativa del Santo, era valsa a renderne attuale il pensiero e le opere, con i riflettori aperti sulle convulse e drammatiche vicende dei migranti, in fuga da sempre dalla miseria, dalla fame e dalle guerre, che costituiscono le tremende e profonde piaghe dell’Africa sottosviluppata e del tormentato Medio-oriente. E’ la constatazione dell’esistente, per esortare l’Europa e con essa “le città della Diocesi” a non costruire Muri sociali e “ideologici” di rifiuto inumano verso l’altro, il migrante di necessità, bensì Ponti di generosa ospitalità e accoglienza umana. Un appello, a raccogliere soprattutto e senza remore quel “grido di dolore che giunge dal Mediterraneo”, che resta senza ascolto. E così il Mediterraneo, cuore della civiltà occidentale, crocevia di culture da quella arabo-africana a quella greco-romana e cristiana, spazio di scambi e commerci, non è più Mare aperto e di speranza per i migranti, che aspirano soltanto alla normalità del vivere…

IL GIGLI-DAY, OVVERO LA PARTECIPAZIONE POPOLARE METAFORA DELLA VIVA E COINVOLGENTE COESIONE CIVILE

Nel Gigli-day, le riflessioni del presule, dopo la pausa di raccoglimento e di cordoglio per le vittime degli attentati terroristici di Tunisia, Lione e Kuwait, sono state improntate dai saluti di ringraziamento, diretti a tutti coloro che – come dire l’intera città – a vario titolo, in ambito istituzionale ed associazionistico, sono artefici e protagonisti della Festa eterna, segnatamente i Maestri di festa, i Comitati e le “Paranze” dei “cullatori”; e saluti di calda vicinanza, Depalma, ha indirizzato agli ammalati e pazienti assenti dall’Evento, ma partecipi con il sentimento della devozione. E sul versante dell’”assenza”, Depalma ha innestato il tema del “lavoro che non c’è ”. Una condizione di “esodo ”, che perdura da anni per coloro che un’occupazione lavorativa avevano, ma che l’hanno perduta, senza più ritrovarla, sotto gli effetti della crisi che non trova vie di uscita. E’ la condizione che opprime- e deprime- i giovani, per i quali le porte del lavoro continuano a restare sbarrate. Un “esodo” – particolarmente espressivo l’uso della parola di ascendenza biblica, per rappresentare il dramma sociale in atto – che nelle le comunità cittadine dell’area diocesana fa avvertire la durezza del suo peso sulle famiglie. La negazione del lavoro è la negazione della dignità dell’uomo, come persona e come cittadino.

E’ lo scenario, che lascia interdetti e di cui non ci si può limitare a fare una semplice constatazione, accettandone le conseguenze nell’inerzia della rassegnazione e nella sterile passività. E le possibilità, per uscire dal tunnel si collocano in un generale ri-pensamento della società e dei suoi modelli finora osservati e praticati. Due sono le prospettive – sostiene il vescovo Depalma – a cui è necessario ancorare il presente e il futuro della società. Una risiede nei fondamenti della concezione dell’ Economia sociale e civile, teorizzata da Antonio Genovesi nel ‘700 , e l’altra nella configurazione e nel cambio di passo che l’ Europa comunitaria è chiamata a darsi, uscendo dai coni di fitta ombra degli occhiuti particolarismi e egoismi, che, per se stessi, sono in stridente contrasto con l’idea di… Unione\Comunità.

La visione di Genovesi, tra i maggiori e più autorevoli Maestri della Letteratura economica, è incentrata sull’etica delle virtù, che premia il privato e la sua capacità di intraprendenza, nel contesto del bene comune prevalente, ch’è valore a sé. In questa visuale, l’ Economia produttiva e reale va restituita alla sua funzione dinamica. E sul punto, netto chiaro e coraggioso, il giudizio di Depalma sul ruolo delle banche, chiamate ad essere istituti di credito, in grado di far rete di supporto all’economia che produce e dà lavoro; ruolo, a cui, invece, hanno rinunciato, scegliendo le strade dell’economia finanziaria, che vive di speculazione con avido cinismo. E su questo itinerario auspicato non può che collocarsi l’ Europa comunitaria, che sappia aggregare e integrare i popoli del vecchio continente. E quella attuale è l’Europa degli interessi economici.

di Geo

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