ilc@zziblog

di ra.na. & co… contro "il sistema" della camorra dell'usura e della violenza, è un blog indipendente, nato dall'idea di persone libere che hanno a cuore le sorti della loro terra, l'Area Nolana

UNIVERSITÀ PARTHENOPE A NOLA, UN CASO E UNA PROMESSA… ANCORA TANTO FUMO E POCO ARROSTO

La pubblicazione sul sito web dell’università Parthenope di una manifestazione di interesse per la ricerca di un immobile sito nel Comune di Nola riaccende di nuovo le speranze di un ritorno a Nola dell’istituto universitario napoletano. Indubbiamente sarebbe una bella notizia se fosse vero, il condizionale è d’obbligo considerato che negli ultimi due anni il lumicino è stato acceso diverse volte e spento senza dare certezza ad un territorio che per il passato ha dato tanto all’istituto universitario, per ricordarne una su tutte il Seminario Vescovile di Nola. Compito dell’Università è di fare sistema con il territorio ed istituzioni locali mettendo a disposizione il proprio know-how al fine di conferire maggiore competitività allo stesso territorio. Oggi è arrivato il momento che una amministrazione locale autorevole intervenga per conoscere nel dettaglio l’offerta formativa e le risorse dell’istituto per la riapertura evitando di ripetere gli errori del passato illudendo una comunità laboriosa e paziente.

La storia. La chiusura dell’istituto universitario a Nola alla fine del 2010 fu una scelta sbagliata da parte del Cda e senato accademico. Basta ricordare che in dieci anni la sede di Nola come iscrizioni e frequenze diventò la terza università della Campania dopo la Federico II e Salerno superando perfino il Suor Orsola Benincasa. L’attività didattica a Nola dell’istituto universitario iniziò – amministrazione Giuseppe Serpico – nel 2001 con l’istituzione di due corsi di laurea in Economia Aziendale e Giurisprudenza. Proprio quest’ultimo corso ebbe un boom di iscrizioni, oltre mille all’anno, per la sola facoltà di giurisprudenza con ben trecento trasferimenti nel corso dell’anno e circa 200 iscrizioni per il corso di economia. Anche l’economia nolana con la presenza di migliaia di studenti ebbe uno sviluppo notevole. Alla fine del 2010 all’apice del successo, quando sembrava che la sede di Nola potesse diventare autonoma, il senato accademico ed il Cda decisero di trasferire tutte le attività nella nuova sede di Monte di Dio a Napoli ristrutturata per oltre 10 milioni di euro con fondi statali. La motivazione della chiusura fu addebitata alle drastriche riduzioni di risorse imposte dalla riforma Gelmini che non permettevano di sopportare gli alti costi di fitto per tenere le lezioni, una decisione che contrastava con il comodato d’uso gratuito permanente del Palazzo del Fascio a piazza G. Bruno che l’istituto universitario aveva avuto dal demanio, successivamente restituito al demanio il 22 giugno 2018. L’ennesima storia triste del nostro territorio.

di ra.na.

Navigazione ad articolo singolo

Lascia un commento